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Una ricerca UE su Donne e povertà: rischio indigenza per le anziane.

Una ricerca UE su Donne e povertà: rischio indigenza per le anziane.

L’Europa sta invecchiando. Più di 130 milioni di persone nell’Unione Europea, corrispondenti a più di un quarto del totale della popolazione comunitaria, riceve una pensione. I sistemi pensionistici dei singoli stati si assicurano che in generale i cittadini anziani ricevano un reddito stabile al termine della vita lavorativa e non siano minacciati dalla povertà. Infatti il rischio d’indigenza in Europa è più basso tra gli over 65. Tuttavia, mentre le persone anziane sono più protette dalla povertà, vi sono chiare differenze tra uomini e donne anziane in gran parte dell’UE: una quota più elevata di donne è minacciata di povertà rispetto agli uomini nella medesima fascia d’età.

Per la popolazione al di sotto dei 65 anni le differenze di genere in materia di povertà sono piuttosto ridotte; al contrario se si considerano le donne al di sopra dei 65 anni, si nota un rischio notevolmente più elevato di povertà o esclusione sociale rispetto ai coetanei uomini. Per l’UE nel suo complesso questo divario ammonta a quattro punti percentuali nella fascia d’età compresa trai 65 e i 74 anni, mentre sale a sei oltre i 75 anni.
In tutti gli stati membri il reddito medio della pensione di una donna è in media più basso rispetto a quella degli uomini; più nello specifico la pensione media di una donna ammonta circa al 60% di quella di un uomo. I divari di genere spesso sostanziali nelle pensioni riflettono le differenze di genere nei campi delle retribuzioni e degli orari di lavoro, oltre che le maggiori interruzioni della vita lavorativa che le donne soffrono a causa di maternità e altri doveri familiari. Infine l’età legale di pensionamento per le donne è generalmente più bassa, il che comporta periodi contributivi più bassi. Ad aggravare ulteriormente la condizione economica delle donne pensionate vi è poi il fatto che esse spesso vivano da sole (40% sul totale, contro il 19% degli uomini).
Cosa si può dunque fare per ridurre i rischi di povertà tra le donne pensionate? In primo luogo la chiave per una pensione adeguata si trova nella più lunga e meno interrotta vita lavorativa. Grazie all’aumento dei tassi di occupazione molte più donne in età lavorativa oggi avranno costituito significativi diritti pensionistici al momento del ritiro. Tuttavia, le donne continuano ad avere posti di lavoro a minore retribuzione, a lavorare part-time e a dover interrompere la loro carriera per motivi di maternità o familiari. Così le differenze di genere nella vecchia povertà età non spariranno nel prossimo futuro. Prevenire i rischi significativamente più elevati di povertà per le donne anziane rispetto agli uomini anziani quindi richiede anche misure specifiche all’interno dei sistemi pensionistici, come i crediti per periodi di cura, pensioni minime, e per i superstiti.

 

Per maggiori informazioni:

http://www.osservatorioinca.org/12-223/archivio-ilrischiopovert%C3%A0pergli-anziani-nellunione-europea-a-25.html

http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=961&langId=en

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