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Coronavirus: gli effetti psicologici della quarantena segneranno il nostro futuro. Per quanto tempo? quanti mesi? Anni?

Coronavirus: gli effetti psicologici della quarantena  segneranno il nostro futuro. Per quanto tempo? quanti mesi? Anni?

Coronavirus: gli effetti psicologici della quarantena si protrarranno nel tempo. Per quanto? Saranno  mesi? Oppure anni?

Coronavirus: gli effetti psicologici della quarantena, ansia, stress ed evitamento sociale continueranno anche alcuni mesi dopo dalla fine del periodo di osservazione: “The Lancet”, punto di riferimento internazionale per la comunità scientifica, ha considerato i risultati provenienti da 24 studi. Ognuna di queste pubblicazioni si focalizzava sull’impatto psicologico della quarantena, per esplorarne i potenziali effetti sulla salute mentale e il benessere psicologico.

Studi internazionali

Gli studi sono stati svolti in 10 nazioni e condotti su persone affette da SARS, Ebola, influenza H1N1, Sindrome respiratoria Medio orientale (MERS) e influenza equina. Per ognuna di queste sindromi è stata adottata come misura di contenimento la quarantena. Le misure di quarantena comportano rinunce come la separazione dalle persone care, la limitazione della libertà individuale e una maggiore esposizione a momenti di noia.

La review citata riprendeva poi in particolare uno studio svolto sul personale medico impegnato nell’emergenza SARS e sottoposto a quarantena. Nove giorni dopo la fine della quarantena, i medici riportavano sintomi compatibili con il disturbo acuto da stress, che comporta pensieri intrusivi, incubi, incapacità di provare emozioni positive e altre reazioni come ansia, irritabilità e scoppi di rabbia. Tali sintomi, in alcuni casi, sono stati osservati anche tre anni dopo il periodo di quarantena.

Altre evidenze empiriche sembrerebbero concordi nel mettere in luce la comparsa di numerose condotte di evitamento nel personale sanitario precedentemente soggetto a quarantena.
L’evitamento è un meccanismo di difesa che consiste nel tenersi a distanza da situazioni o ambienti temuti e da tutto ciò che può suscitare ricordi traumatici. Nel caso degli operatori sanitari, si è osservata a questo proposito la tendenza a minimizzare il contatto diretto con i pazienti (evitando persone che tossivano o starnutivano, e la frequentazione di spazi pubblici affollati) e un maggiore assenteismo dal lavoro.
Un ulteriore fattore di rischio è costituito poi dalla pre-esistenza di problematiche associate all’ansia, che possono aggravare le paure e lo stress.
Per consulenze sul tema: c.maggio@cooperativaprogettazione.it

Per approfondimenti consultare il seguente sito:
https://it.wikipedia.org/wiki/The_Lancet

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