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Dalla residenzialità protetta alla domiciliarità: ma intanto salgono i ricoveri (92mila), calano medici e operatori (-10%)

Dalla residenzialità protetta alla domiciliarità: tra gli auspici della Società Italiana di Psichiatria, in occasione della Giornata Mondiale della Salute mentale ma i numeri in Italia sono in peggioramento.

Il “quadro clinico” della psichiatria italiana è molto complesso. Ci sono meno medici e personale specializzato (infermieri e tecnici della riabilitazione) e più pazienti con disturbi mentali.

Ecco i numeri in Italia: nel 2017 – 92mila ricoveri in strutture specialistiche e 600mila gli accessi al pronto soccorso (contro i circa 576 mila del 2016) per patologie psichiatriche.I professionisti sono passati da 62,4 nel 2016 per 100mila abitanti a 56,6 nel 2017, circa 600 psichiatri in meno in un solo anno in Italia.

Buone pratiche sul territorio ci sono, ma è complesso il confronto fra gli organismi decisionali, esperti e le istituzioni, che potrebbero cambiare la rotta della psichiatria italiana; a farne le spese sono i pazienti e le loro famiglie. Benché la situazione sia grave, le possibilità per “risanare” queste criticità ci sarebbero.

Potenziare i servizi territoriali per intercettare il disturbo psichiatrico prima che divenga cronico, investire in percorsi di cura efficaci basandosi sui trattamenti con le innovazioni tecnologiche farmacologiche e psicosociali basate sulle evidenze scientifiche.

Da un’intervista a Enrico Zanalda, presidente della Società Italiana di Psichiatria (SIP), si rileva la riduzione del numero di operatori per 100.000 abitanti, passato da 62,4 nel 2016 a 56,6 nel 2017, con una mancanza di psichiatri, psicologi e infermieri.

A fronte di un aumentato numero di pazienti con disturbi mentali, saliti a quasi 852.000 nel 2017 contro gli 807mila del 2016, con un aggravamento della complessità delle problematiche.

La SIP, in occasione della Giornata Mondiale della Salute mentale del 10 ottobre ha approfondito anche il tema dell’integrazione tra i servizi sociali e sanitari per promuovere inclusione e cittadinanza e la riallocazione delle risorse dalla residenzialità di lungo periodo verso la domiciliarità.

Progetti di cura personalizzati per perseguire l’autonomia e la recovery dei pazienti e per giungere all’integrazione lavorativa e sociale, divenendo una risorsa e dando lotta allo stigma che ancora aleggia attorno alle malattie e ai disturbi mentali.

Per approfondimenti sul tema:
https://it.wikipedia.org/wiki/Societ%C3%A0_Italiana_di_Psichiatria

residenzialità protetta

 

 

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