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Investire sull’infanzia con piani e risorse adeguate

Investire sull’infanzia con piani e risorse adeguate

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza “Next generation Italia” comincia finalmente a trovare forma. Si tratta di un passaggio cruciale per il nostro Paese, un’occasione unica per mettere nuove basi al nostro percorso di sviluppo. Rappresenta uno strumento concreto per capire quale idea di Paese vogliamo realizzare.

Una delle priorità è il potenziamento del sistema dei servizi per l’infanzia.
Investire sul benessere e l’educazione delle nuove generazioni, fin dai primi giorni di vita, è il modo migliore per prendersi cura del futuro a partire dal presente. Lo dimostra in modo chiaro un ampio Rapporto pubblicato da “Alleanza per l’infanzia” ed  “#educAzioni”, due realtà che raccolgono una rete molto ampia di associazioni di terzo settore, di organizzazioni del civismo attivo, oltre che di esperti e studiosi da anni impegnati su questo tema.
Si tratta di un documento particolarmente prezioso per chi voglia farsi un’idea chiara sulle ragioni e sulle evidenze – basate sui dati più aggiornati e le ricerche nazionali e internazionali più rilevanti – che stanno alla base della necessità di «ampliamento, rafforzamento e integrazione della copertura dell’offerta di servizi educativi e scolastici per i bambini tra 0 e 6 anni e degli interventi a sostegno della genitorialità». Il Rapporto contiene, inoltre, una dettagliata proposta di realizzazione, con indicazione delle risorse necessarie e le possibilità di finanziamento.
Il punto di partenza è la constatazione che complessivamente, fino a oggi, l’Italia «non è stata capace di sviluppare politiche pubbliche adeguate a promuovere, come avvenuto invece in molti altri Paesi occidentali, l’educazione e lo sviluppo umano a partire dalla primissima infanzia».

Il livello di copertura sotto i tre anni – mettendo assieme nidi pubblici, convenzionati e totalmente privati – arriva al 25%, molto sotto il target europeo fissato al 33% e a valori che arrivano oltre il 50% in vari Paesi, come la Francia e la Svezia. La Germania è un altro esempio interessante a cui guardare per l’impegno negli ultimi quindici anni a rafforzare la copertura e a ridurre i costi di accesso, riuscendo a convergere verso la media europea partendo da livelli inferiori ai nostri.

Nello stesso periodo in Italia i livelli sono rimasti bassi e senza evidenza di un solido processo di convergenza né con l’Europa e nemmeno all’interno del nostro territorio. Il sistema dei servizi per l’infanzia risulta particolarmente debole nelle regioni meridionali. Ma rilevanti sono anche le diseguaglianze sociali: la frequenza ai nidi risulta più ridotta per i bambini provenienti da famiglie con basso reddito e bassa istruzione dei genitori.
Il Rapporto “Investire nell’infanzia” bene evidenzia come l’armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro sia una questione sempre più centrale non solo per le famiglie, ma anche per le aziende, non solo sul versante femminile. Il Rapporto dedica una parte alle ricadute dei nidi sui bambini stessi, sulle loro famiglie, sulla società e l’economia, con ritorni positivi sia immediati che nel medio e lungo periodo. Il potenziamento dei servizi di qualità per l’infanzia è elemento centrale di un percorso di qualità della crescita che possa favorire un aumento: dei tassi di partecipazione femminile al mercato dal lavoro, della natalità, dello sviluppo educativo delle nuove generazioni, dei livelli di benessere economico delle famiglie e dei livelli di fiducia; oltre che una riduzione della povertà infantile, delle diseguaglianze di opportunità, del gender gap. 
Difficile, insomma, trovare un altro tipo di investimento con ritorno economico e sociale così ampio, sia di breve periodo, che verso il futuro prossimo (rafforzamento del capitale umano delle nuove generazioni e loro prospettive di occupazione, minor costi sociali dovuti a fragilità e diseguaglianze di partenza, minori squilibri demografici). Per mettere le basi di una nuova fase di crescita dobbiamo essere ambiziosi, ma proprio per questo servono interventi con obiettivi credibili e risorse commisurate, ben strutturati e integrati all’interno di un processo da monitorare e potenziare anno dopo anno.

Scarica il PDF del rapporto completo

Per ulteriori informazioni consultare il seguente link:
https://www.esneu.org/sites/default/files/publications/FINAL_Executive_summary_IT.pdf

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