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Covid e sistema nervoso: supporto dal progetto AttentaMente

Covid e sistema nervoso: supporto dal progetto AttentaMente

Covid e sistema nervoso

COVID-19 sembra avere degli effetti sul sistema nervoso. Molto probabilmente fra questi c’è anche l’infezione dei nervi, sicuramente il virus sembra in grado di infettare alcuni neuroni.

La rivista scientifica italiana Le Scienze riporta un articolo tratto dal Scientific American del 22 ottobre 2020 che pone l’attenzione sullo studio del dott. Theodore Price, neuroscienziato presso l’Università del Texas a Dallas che studia i meccanismi neurologici che regolano il dolore.
Secondo lo studio di Price SARS-CoV-2 colpisce e danneggia prepotentemente il sistema nervoso. L’infezione dei nervi potrebbe contribuire non solo ai sintomi più persistenti di COVID ma anche a quelli acuti. I nervi autonomi e sensoriali sono i più colpiti dal virus: se i neuroni sensoriali sono infettati da un virus, si possono avere conseguenze a lungo termine, anche se il virus non rimane dentro le cellule.
Secondo lo studio di Price alcuni pazienti che hanno contratto il COVID-19,  riferiscono di aver perso la percezione sensoriale, la chemestesi; non sono più capaci di riconoscere la sensazione piccante del peperoncino o il senso di fresco della menta, che sono percezioni trasmesse dai nocicettori e non dalle papille gustative.
Molti di questi effetti sono tipici delle infezioni virali, ma d’altra parte la prevalenza e la persistenza di questi sintomi legati al dolore e la loro presenza anche in casi lievi di COVID-19 fa pensare che potrebbe esserci un’azione sui neuroni sensoriali che va al di là della normale risposta infiammatoria alle infezioni. Ciò vuol dire che gli effetti potrebbero essere legati direttamente al virus e alla possibilità che il nuovo coronavirus sia in grado di infettare i nocicettori.

Approfondimenti Neuroscienze

1.Il principale criterio adottato dagli scienziati per determinare se SARS-CoV-2 è in grado di infettare specifiche cellule del corpo è la presenza in esse dell’enzima convertitore dell’angiotensina di tipo 2 (ACE2), una proteina che si trova sulla superficie cellulare. Questa proteina funziona da recettore e trasmette all’interno della cellula segnali che hanno a che fare con la regolazione della pressione sanguigna, ma è anche un punto d’entrata per SARS-CoV-2.
Price e il suo gruppo hanno lavorato su cellule nervose prelevate da donatori deceduti o donate da pazienti oncologici operati. Hanno sequenziato l’RNA di queste cellule, una tecnica con cui si può capire quali proteine la cellula sta per produrre, e hanno preso di mira il recettore ACE2 con anticorpi specifici. Hanno così scoperto che un sottoinsieme dei neuroni DRG è effettivamente dotato di recettori ACE2, che offrono al virus un punto d’accesso alle cellule.

2.Price ha confrontato dati di sequenziamento genetico di cellule polmonari di malati di COVID-19 con quelli di soggetti sani di controllo, andando a guardare le interazioni con i neuroni umani non infettati. Nei pazienti infettati era presente una grande quantità di molecole di segnalazione del sistema immunitario, dette citochine, che potrebbero interagire con i recettori dei neuroni. L’osservazione indica che i nervi potrebbero subire danni durevoli dovuti a molecole immunitarie anche senza essere direttamente infettati dal virus.
È possibile che l’infiammazione in atto all’esterno delle cellule nervose possa alterarne l’attività, o anche provocare danni permanenti.
Un’altra possibilità è che l’interazione delle particelle virali con i neuroni conduca a un attacco autoimmunitario ai nervi.

Il recettore ACE2 è in generale ritenuto il principale punto di ingresso del nuovo coronavirus. La conclusione, per ora, è che in linea di principio il virus sembra in grado di infettare alcuni neuroni, ma non è detto che lo faccia. Di danni può farne tanti anche restando all’esterno di quelle cellule.

Sul tema, con il Progetto AttentaMente sono a disposizione della cittadinanza, visite di controllo e valutazione specialistiche, riservate a  persone che rilevano stanchezza psicologica o affaticamento cerebrale causati dai lunghi periodi di lockdown.

Attraverso l’adesione alle iniziative del progetto è possibile partecipare da remoto ad esercizi di riabilitazione cognitiva di gruppo.

Per complicanze e situazioni di particolare difficoltà è possibile accedere a interventi personalizzati per:

Valutazioni e riabilitazioni neuropsicologiche: per indagare, potenziare o fornire un mantenimento delle abilità cognitive (memoria, attenzione, orientamento,…)
Valutazioni e riabilitazioni logopediche: riguardanti disfonia (problemi di voce legate a lesioni delle corde vocali), disartria (difficoltà articolatorie per lesioni anatomiche) e disfagia (deglutizione)
Supporto psicologico: per l’accompagnamento alla rielaborazione di ansie e paure vissute o generate dalla situazione emergenziale.

Per informazioni: 035 657351.
postcovid@cooperativaprogettazione.it
https://www.cooperativaprogettazione.it/post-covid/

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